Beato Francesco Greco

Sorelle e fratelli, davanti alla esperienza umana e cristiana di Francesco Maria Greco contempliamo il mistero del Regno di Dio che trova spazio e realizzazione nella storia degli uomini e delle donne di ogni dove e di ogni tempo. La Liturgia della Parola di oggi ci offre alcune piste di riflessione per gustare ancora più profondamente quanto il Signore ha operato nella storia di don Francesco e quanto il Signore continua ad operare in noi, anche oggi, anche in questo momento. In maniera particolare ci facciamo raggiungere dalla domanda che Gesù pone ai suoi seguaci, così come ci viene presentata dal Vangelo di Giovanni: “Che cercate?” Significativa prima di ogni altra la considerazione che la prima parola messa sulle labbra del Maestro nel Vangelo di Giovanni sia una domanda. E’ indicativa di uno stile relazionale che mette gli altri al primo posto, che valorizza le risorse di ognuno; così differente dalla saccenza pregiudiziale del nostro tempo in cui ognuno di noi pensa di sapere in anticipo quale sia il vero bene degli altri, prescindendo dalla loro storia, dal bene raggiunto o che si desidera raggiungere… La domanda che Gesù pone attiva nei suoi interlocutori l’autointrospezione e mostra attivata in lui l’offerta dell’ascolto. Quanto potremmo imparare da questo stile! Di fronte ad una attitudine a dispensare buoni consigli “a prescindere” Gesù ci insegna a metterci in ascolto. Scriveva il teologo D. Bonhoeffer: “Il primo servizio che si deve al prossimo è quello di ascoltarlo. Come l’amore di Dio incomincia con l’ascoltare la sua Parola, così l’inizio dell’amore per il fratello sta nell’imparare ad ascoltarlo. È per amore che Dio non solo ci dà la sua Parola, ma ci porge pure il suo orecchio. Altrettanto è opera di Dio se siamo capaci di ascoltare il fratello. I cristiani, e specialmente i predicatori, credono spesso di dover sempre “offrire” qualcosa all’altro, quando si trovano con lui; e lo ritengono come loro unico compito. Dimenticano che ascoltare può essere un servizio ben più grande che parlare.” La convinzione di Francesco Maria Greco non era differente e proveniva da uno sguardo contemplativo su Maria che ha realizzato in pieno questa attitudine di suo Figlio Gesù: proprio in lei il nostro Beato sapeva vedere un modello da imitare nella nostra esperienza di vita tanto da scrivere: “Maria ha il coraggio di fare silenzio per accogliere la Parola eterna di Dio, che è solo per arricchire la solitudine di molti, che sa guardare l’altro con gli occhi del cuore e dell’amore, che si fa dono senza aspettare mai il ricambio, che sa portare la pace perché ha incontrato Dio”. 

Il Vangelo ci ricorda ancora che l’ascolto dell’altro si concentra nel tentativo di verificare cosa stia cercando davvero, quale sia il suo desiderio profondo, quel desiderio capace di muovere le energie della nostra mente e del nostro cuore: cogliere nella sua oggettività questo desiderio ci fa mettere in cammino. Leggevo nello studio di un amico sacerdote una frase incorniciata che diceva più o meno così: “Chi vuol fare sul serio qualcosa trova una strada, gli altri una scusa”. Sembra saggezza a buon mercato, ma dice almeno una cosa vera, e cioè che abbiamo bisogno di decifrare cosa veramente cerchiamo, cosa veramente desideriamo. Diversamente assomigliamo a quei viandanti che camminano senza sapere dove andare. E la domanda di Gesù ai discepoli mette in evidenza non solo la disponibilità del Signore all’ascolto, ma il suo invito a farci carico di decifrare bene cosa abita il nostro cuore, la nostra mente e -corrispondentemente- le nostre scelte. Interessante la risposta dei discepoli, che desiderano sapere dove abita il Maestro. Non desiderano conoscere il suo pensiero, la sua posizione teologica sulle varie questioni etiche e legali che appassionavano tanto i Rabbi del tempo, né se ha attinenze cospicue o mediocri… desiderano sapere dove abita. “Maestro, dove dimori?” Per conoscere qualcuno abbiamo bisogno di condividere spazi, tempi, prossimità fisica prima ancora di una intesa spirituale. E questa prossimità diventa esperienza che rimane registrata tutta una vita nella mente e nel cuore: “Erano circa le quattro del pomeriggio”. Un incontro e una frequentazione che hanno cambiato la vita. Per conoscere Gesù non è sufficiente sapere qualcosa di lui perché studiata nei libri sacri o nel catechismo, per conoscere Gesù dobbiamo stare con lui e conversare con lui. Anche su questo versante è significativo quanto Francesco Maria Greco ha rivelato nei suoi scritti quando affermava: «Davanti a Gesù Sacramentato chiuso nel Santo ciborio; quanta pace si sperimenta nel silenzio della notte ai piedi del Maestro!». 

La frequentazione della preghiera e l’intimo colloquio col Maestro hanno permesso al beato Francesco Maria di assimilare sempre di più nella sua vita le caratteristiche di chi lo aveva amato e scelto perché si unisse alla sequela dei tanti discepoli e discepole del Vangelo. E dal cuore di chi ama il Signore non può non scaturire l’amore per i suoi prediletti, i poveri. Poveri sono coloro che sono privi di qualcosa, di cibo, di vestito, di salute, di libertà, di stima, ma anche di orientamento di un senso da dare alla vita. Chi ha incontrato davvero il Signore sente il bisogno di condividere questa esperienza: è così che Andrea, che ha incontrato Gesù va ad annunciarlo a Simone suo fratello. E’ quanto ha fatto anche il nostro Beato, ed è proprio nello stile della sequela del Vangelo che hanno senso le sue opere a favore dei poveri qui ad Acri con l’ospedale Charitas e a Cosenza la casa di riposo Umberto I. Hanno lo stesso significato le attenzioni riversate su coloro che erano poveri di fede, di istruzione e di consapevolezza dei propri diritti e doveri che si sono trasformate in altrettante opere di evangelizzazione e catechesi convinto che “educando alla fede che si educa alla vita”. 

Diciamo grazie al Signore per il dono di Francesco Maria, prete della nostra Diocesi e fondatore delle Piccole Operaie dei Sacri Cuori; e chiediamo alla sua intercessione il dono della conversione e del rinnovamento della nostra vita perché il Regno di Dio continui a crescere nel nostro tempo e dentro di noi. 

+ Giovanni Checchinato

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