Le Origini
Il luogo in cui sorge l’Arcidiocesi, crocevia di scambi nel Tirreno, e l’importanza della città di Cosenza nel periodo dell’Impero Romano lasciano supporre che essa sia stata evangelizzata già dal primo secolo dopo Cristo. Tuttavia le notizie su primo annuncio del Vangelo e i nomi dei suoi Vescovi sono scarse e incerte.
Cosenza è certamente tra le più antiche Diocesi della Calabria, e anche se non si hanno documenti certi per risalire all’età Apostolica o per giustificare le asserzioni di alcuni scrittori regionali che le assegnano per primo vescovo Suera, compagno di S. Stefano di Nicea, lasciato da S. Paolo a Reggio.
Molto più probabile l’ipotesi che il Vangelo sia arrivato attraverso mercanti, soldati e flussi migratori verso sud dalla Capitale dell’Impero, attraverso la via Popilia e la via Annia.
Il primo Vescovo di cui ricorre una autenticazione storica verso la fine del VI secolo è Palombo, ricordato tre volte da S. Gregorio Magno nelle sue lettere. Nel sec. XII, nel Provinciale vetus di Albino, Cosenza figura come metropolia ed ha come unica suffraganea la Diocesi di Martirano soppressa nel 1818.
Alcune recenti scoperte archeologiche sotto il pavimento della Cattedrale hanno riportato alla luce una presunta vasca battesimale risalente al IV secolo in una zona caratterizzata da insediamenti di epoca romana.
Il Medioevo e il fiorire dell’Umanesimo
Durante il Medioevo le fonti sono alquanto frammentarie; certa è la nomina di Luca Campano (discepolo e segretario di Gioacchino da Fiore), l’Arcivescovo che riformò gli usi liturgici, riorganizzò l’amministrazione pastorale e portò a termine la riedificazione della Cattedrale, totalmente distrutta dal terremoto del 1184.
Il 30 gennaio 1222 la Cattedrale fu consacrata dal card. Chiaromonte alla presenza dell’Imperatore Federico II, che in quell’occasione donò la preziosissima stauroteca. Segno di svolta per la vita ecclesiale cosentina fu la nomina dell’Arcivescovo Berardo Caracciolo Pisquizi, che contribuì notevolmente alla diffusione degli ordini mendicanti.
A metà del Quattrocento Mons. Pirro Caracciolo proseguì l’azione di sviluppo della vita religiosa e si adoperò per l’approvazione della Regola dell’Ordine dei Minimi. Il grande Taumaturgo e Fondatore, S. Francesco di Paola, morirà in Francia nel 1507.
Allo stesso Arcivescovo si deve anche l’istituzione dell’Ospedale dell’Annunziata in Cosenza. All’epoca di Mons. Andrea Matteo Acquaviva d’Aragona (1573-1576) si diffuse il culto per la Madonna del Pilerio in seguito ad un’epidemia di peste, mentre l’Arcivescovo Fantino Petrignani convocò, nel 1579, un sinodo per attuare le riforme tridentine, restaurò il palazzo arcivescovile, si occupò del seminario, eresse tre parrocchie nella Città, aprì il monastero delle Cappuccinelle e accolse i frati Conventuali presso il Convento di S. Maria delle Grazie.
Notevole fu anche l’opera pastorale dell’Arcivescovo Giovanni Evangelista Pallotta, elevato alla porpora cardinalizia poco dopo il suo ingresso in Cosenza, che ricevette un gruppo di Gesuiti per aprire un Collegio di studi superiori per i giovani. Fu la prima forma di Seminario cosentino.
Dal Concilio di Trento al Concilio Vaticano II
Durante il lungo episcopato di Giovanni Battista Costanzo (1591-1617) furono indetti due sinodi diocesani (così come anche negli anni successivi) e San Francesco di Paola fu dichiarato Patrono dell’Arcidiocesi di Cosenza. Nel 1637 morì a Roma S. Umile da Bisignano.
Qualche anno dopo a Longobardi nasceva Nicola Saggio, entrato nel-l’Ordine dei Minimi e canonizzato da Papa Francesco nel 2014 e poi ad Acri, alla fine del XVIII Secolo, predicava il Vangelo il Sacerdote Cappuccino che nel 2017 sarebbe diventato S. Angelo.
All’inizio del XIX Secolo il contrasto tra la S. Sede e Napoleone non consentì la nomina di nuovi vescovi nel Regno e la diocesi fu amministrata da un vicario capitolare, fin quando, nel 1818 fu nominato Mons. Domenico Narni Mancinelli, canonico della Cattedrale di Napoli e Decano dell’Ordine di Malta: iniziò la prima visita pastorale e percorse varie volte in lungo e in largo la diocesi.
Seguì la nomina di Mons. Pontillo, Sacerdote colto e stimato della diocesi di Capua, che governò la diocesi di Cosenza per ben 40 anni, il periodo più lungo fra tutti.
Nel 1931 moriva ad Acri il Sacerdote Diocesano e Fondatore delle Piccole operaie dei Sacri Cuori, Mons. Francesco Maria Greco, beatificato a Cosenza nel 2016. Gli Arcivescovi di metà Novecento, ed in particolare Mons. Aniello Calcara, incrementarono positivamente la vita spirituale e pastorale della chiesa cosentina.
Nel centro storico cittadino fu molto prezioso il servizio di carità delle Suore Minime della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, che portò, nel 2011, alla beatificazione della fondatrice, Madre Elena Aiello.
A Montalto Uffugo il Servo di Dio don Gaetano Mauro fondava i Pii Operai Catechisti Rurali. A Longobardi la Venerabile Elisa Miceli fondava le Catechiste Rurali del Sacro Cuore.
La modifica dei confini delle diocesi calabresi, già iniziata nei decenni precedenti, continuò col trasferimento dalla diocesi di Nicastro a quella di Cosenza di alcune parrocchie. Nel 1979 la diocesi di Bisignano fu staccata dalla diocesi di San Marco, alla quale era congiunta dal 1818, fu unita a Cosenza e il suo Arcivescovo, che in quell’anno era Mons. Enea Selis, assunse anche il titolo di Vescovo di Bisignano.
Il 30 settembre 1986 le due diocesi di Cosenza e Bisignano furono unite e la nuova circoscrizione assunse la denominazione di “Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano”. Il 9 ottobre 1988 l’Arcivescovo Mons. Dino Trabalzini proclamava la Madonna del Pilerio Patrona dell’Arcidiocesi di Cosenza -Bisignano, come segno di unità e di comunione per la nuova conforma-zione ecclesiale creatasi con la fusione delle due diocesi.
Il 30 gennaio 2001, con l’Arcivescovo Mons. Giuseppe Agostino, l’Arcidiocesi è stata elevata a Sede Metropolitana con la bolla Maiori Christifidelium di Papa Giovanni Paolo II. Eretta il primo maggio dello stesso le sono state assegnate come suffraganee Rossano, Casanno Jonio e San Marco Argentano. Il 29 giugno successivo monsignor Agostino ha ricevuto il pallio da Giovanni Paolo II.
Monsignor Giuseppe Agostino ha anche riaperto il Seminario Diocesano per la formazione dei futuri presbiteri nel complesso del Seminario Cosentino di Rende e accolto il diocesi il Seminario Missionario Diocesano Redemptoris Mater del Cammino Neocatecumenale. Per la formazione dei futuri presbiteri è stato avviato uno Studium oggi Istituto Teologico Cosentino affiliato alla Pontificia Facoltà dell’Italia Meridionale.
Variazioni del territorio Diocesano dal 1963
Per far coincidere i confini della Diocesi con quelli della divisione territoriale della provincia civile, con decreto 16 dicembre 1963 della Santa Sede sono state staccate dalla Diocesi di tropea e aggregate a quella di Cosenza le parrocchie dei seguenti comuni: Amantea, Aiello Calabro, Serra Aiello, San Pietro in Amantea, Belmonte, Cleto, Falconara Albanese, Fiumefreddo Bruzio, Longobardi + le parrocchie di Laghitello e Terrati.
Con decreto 21 novembre 1973 della Santa Sede sono state staccate dalla Diocesi di Nicastro e aggregate a quella di Cosenza le parrocchie dei seguenti comuni: Scigliano, Pedivigliano, Colosimi, Bianchi e Panettieri. Fino al 1818 queste parrocchie facevano parte della soppressa diocesi di Nicastro.
Per restituire i fedeli di origine albanese all’originario rito greco cattolico, con apposito decreto 22 novembre 1973 della Santa Sede, la parrocchia di Falconara Albanese; similmente questo è avvenuto il 4 maggio del 1978 per la Chiesa del SS Salvatore di Cosenza per creare un riferimento in Città per i fedeli di rito greco sempre collegata all’Eparchia di Lungro. Per far dipendere da una sola diocesi le parrocchie dell’intero territorio comunale, con decreto 29 aprile 1983 della Santa Sede è stata staccata dalla diocesi di Cosenza e aggregata a quella di Lungro la parrocchia di Torremezzo di Falconara Albanese.
Nel quadro del riordinamento della distribuzione delle diocesi calabresi, con decreto 4 aprile 1979 della Santa Sede la Diocesi di Bisignano è stata staccata dalla Diocesi di S. Marco Argentano, a cui era unita “aeque principaliter” dal 27 giugno 1918, ed è stata unita con la stessa modalità a quella di Cosenza.
Con decreto 30 settembre 1986 della Santa Sede la diocesi di Bisignano è stata unificata con quella di Cosenza e il nuovo ente ha assunto la denominazione di “Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano”.
Per favorire la cura dei fedeli, poiché il centro abitato del Comune di Panettieri (in provincia di Cosenza) è lontano dagli altri paesi della diocesi ma molto vicino a quelli della diocesi di Catanzaro, con decreto 18 settembre 1989 della Santa Sede è stata staccata aggregata a quella di Catanzaro. In seguito alla costruzione della superstrada tirrenica, che attraversa Guardia e Acquappesa e le unisce San Marco Argentano e agli altri comuni della diocesi, con decreto della Santa Sede del 18 novembre 1997, le parrocchie dei comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese sono state staccate aggregate a quella di S. Marco-Scalea.
Personalità illustri
Tra i suoi presuli conta uomini insigni per pietà, per zelo e per dottrina. Meritano di essere ricordati: il cistercense Luca Campano (1203-24), che scrisse la vita di Gioacchino da Fiore, nuncupato beato, e ricostruì la Cattedrale; Bartolomeo Pignatelli (1254-67), il “pastor di Cosenza”, ricordato da Dante; Pirro Caracciolo (1452-81), che approvò e favorì l’Ordine dei Minimi; Nicola Gaddi (1533-35), poi cardinale; Taddeo Gaddi (1561-66), nipote del precedente e pure cardinale come Evangelista Pallotta, che nel 1587 fondò il seminario; Giovan Battista Costanzo (1591-1617), benemerito di Cosenza per l’impulso dato all’Accademia; il canonista Antonio Ricciullo (1641-42); Giuseppe Maria Sanfelice (1650-52), cardinale e Gennaro Sanfelice (1661-94).
Di Cosenza sono i due card. Paolo Parisio, insigne giurista, e Giovan Battista Salerno, gesuita; Daniele Sersale, abate generale dei Vallombrosani; Tommaso Sersale e Francesco Antonio Cavalcanti, prepositi generali dei Teatini, l’ultimo dei quali fu anche arcivescovo di Cosenza (1744-48); Bruno Guzzolini, generale dei Minimi, nella seconda metà del sec. XVIII. Inoltre vi hanno avuto i natali: l’abate Gioacchino da Fiore, nuncupato beato, di Celico, cantato da Dante nel c. XII del Paradiso (VV. 140-41); l’eremita Telesforo vissuto nel sec. XIV; i bb. Matteo Vitari, Gerardo, Pellegrino e Bonario della Congregazione florense; i bb. Angelo e Zaccheo osservanti; i gesuiti Fulvio Caputo, ucciso dagli Indiani, e Francesco Sambiase, missionario della Cina, ecc.
Nella diocesi sono nati molti uomini illustri, tra cui: S. Ugolino da Cerisano, uno dei sette francescani martirizzati a Ceuta nel 1227; S. Francesco di Paola, fondatore dell’Ordine dei Minimi, canonizzato da leone nel 1519; il b. Bernardo Milizia da Rogliano, fondatore della Congregazione agostiniana di Colloreto; il b. Francesco da Zumpano, fondatore di un’altra Congregazione agostiniana detta dei “Zumpani”; Gaspare del Fosso da Rogliano, generale dei Minimi, morto arcivescovo di Reggio nel 1592; i venn. Francesco Lembo da Paola, Paolo Mendace da Paterno, Bernardo Maria Clausi da S. Sisto, dei minimi, di cui sono avviati i processi di beatificazione; Sartorio Caputo da Paterno, gesuita, morto in di fama di santo ad Aquila nel 1608; Bernardino Plastina da Fuscaldo, generale dei Minimi e poi vescovo di Oppido nel 1696, ecc.
Cosenza conserva una magnifica cattedrale, con le navate in stile romanico normanne e le absidi in stile gotico cistercense, costruita dall’arcivescovo Luca Campano ed inaugurata solennemente nel 1222 con l’intervento di Federico II, che per l’occasione le donò una preziosa e artistica stauroteca bizantina smaltata; fu in gran parte rifatta nel 1750. Meritano anche di essere ricordate le chiese di S. Domenico con cupola e protiro gotico, recentemente riportati alle forme primitive; S. Francesco d’Assisi con chiostro del sec. XV; S. Agostino, S. Francesco di Paola, S. Gaetano, ecc. In diocesi si ammirano l’archicenobio florense di S. Giovanni in Fiore, coevo e dello stesso stile della Cattedrale; il santuario di S. Francesco di Paola, con facciata rinascimentale del sec. XVI; il santuario della Madonna della Catena a Laurignano, con rifacimento moderno in marmi policromi, ecc.
Il 14 settembre 2011, è stato celebrato per la prima volta un rito di beatificazione in diocesi; si tratta della fondatrice delle Suore Minime della Passione, la Beata Elena Aiello. Si è svolto alla presenza di 20.00 persone nello Stadio San Vito ed è stato presieduto dal cardinale Angelo Amato Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi
Nel 2016 si è svolto quello di Francesco Maria Greco, sacerdote diocesano e fondatore delle Piccole Operaie dei Sacri Cuori ad Acri.
Attualmente sono in corso altri processi di beatificazione.
87100 Cosenza, Calabria Italia