Celebrazioni di Pasqua: Liturgia della Veglia nella Notte Santa

Su questa pagina è possibile seguire la celebrazione pasquale della Veglia presieduta da Mons. Francesco Nolè , Arcivescovo Metropolita di Cosenza – Bisignano


VEGLIA PASQUALE NELLA NOTTE SANTA

11 Aprile 2020 – Ore 21.30


OMELIA DI MONS. FRANCESCO NOLÈ PER LA VEGLIA PASQUALE NELLA NOTTE SANTA

Cattedrale di Cosenza, 11 aprile 2020


Carissimi fratelli e sorelle,

gli auguri pasquali, in questa notte particolare di grazia e di forzata assenza dei cristiani dalle nostre Chiesa, si trasformano in riflessione e preghiera.

Noi forse non abbiamo la fede di Abramo, di Isacco, di Giacobbe. Non abbiamo la fede di Maria. Forse abbiamo la fede titubante e paurosa degli apostoli che gridano al Signore: «Non t’importa che noi periamo?». Questo grido si leva da molte anime e da molte famiglie. Si è levato per mezzo della voce del Suo Vicario sulla Terra. Ma sembra che il Signore non ci ascolti.

Ecco, allora, le parole che abbiamo ascoltato nel canto dell’Annuncio pasquale, l’Inno alla luce che illumina questa notte, dà la risposta al nostro grido: «il santo mistero di questa notte sconfigge il male, lava le colpe, restituisce l’innocenza ai peccatori, la gioia agli afflitti». Allora comprendiamo che la vera preghiera che possiamo elevare al Signore non è tanto “salvaci da questo virus”,  ma “salva la nostra vita dal male, la nostra vita dalle colpe. Restituiscici l’innocenza”. Il Signore ci richiama: “Certo! Ma voi avete fede? Anche se fosse quanto un granellino di senape. Se aveste fede, anche piccolissima, comprendereste cosa vi voglio dire in questi giorni”.

E continua il canto: «Il santo mistero di questa notte dissipa l’odio, piega la durezza dei potenti, promuove la concordia e la pace». Forse non ci avevamo mai pensato, ma questo è un momento in cui il Signore è venuto a bussare alle nostre porte, ai nostri cuori, alle nostre comunità. Ci chiede di togliere l’odio e il rancore dai nostri cuori, ma ci chiede anche l’umiltà del cuore, il desiderio di non crederci potenti, di non pensare che la nostra vita non abbia bisogno degli altri. La Pasqua dovrebbe renderci promotori di concordia e di pace, non di odio e di separazione, di critica e di divisione. È rimasta famosa quella espressione che diventò un grido di dolore da parte di Benedetto XVI in una Via Crucis, quando ancora era cardinale, con cui esclamò: “quanta sporcizia nella Chiesa!”. La Chiesa siamo tutti noi battezzati e coinvolti nella missione dell’annuncio del Vangelo.

Il Signore questa notte è venuto a toglierci il peccato, a ridonarci la pace. È venuto a fare di noi “veri operatori di pace”, di conversione, di concordia, di amore reciproco, di prossimità agli ultimi.

“La luce del Risorto piega la durezza dei potenti e promuove la concordia e la pace”. Ecco l’augurio: che ognuno di noi sappia vivere questo tempo di prova come un’occasione per convertirci, per fare chiarezza e verità nella propria vita.

Questo avvenga soprattutto all’interno delle famiglie!  Guardiamo all’essenziale e ascoltiamo la voce del Cristo Risorto che dice al nostro cuore: «Io sono venuto a dare la vita e a riprenderla. Ho portato la luce e ho riscaldato i cuori con la mia Resurrezione. Ma voi lasciatevi raggiungere da questa luce. Lasciatevi riscaldare dallo Spirito che Io vi ho donato. Fate in modo che nelle famiglie regni l’amore, la concordia, il dialogo». E allora sì che possiamo pregare: «Signore, non t’importa che noi periamo?». Il Signore ci dirà ancora e per sempre: «Certo che m’importa». Ma oltre alla vita fisica, Egli vuole la salvezza della nostra anima. In questo tempo di riflessione, di ristrettezza, proviamo a comprendere com’è importante ritrovarsi a discutere, a volersi bene, a guardare il bene l’uno dell’altro, a gioire del bene altrui. Cristo vuole che noi siamo felici, e la sua Resurrezione è per noi motivo di felicità e di gioia vera.

Io penso che il migliore augurio da formularvi in questo periodo è che ciascuno di noi possa davvero pregare il Signore e dire:

 “sia fatta la Tua volontà, perché solo la Tua volontà è il nostro bene. Noi ti stiamo chiedendo qualcosa che Tu ci darai, ma non subito, non adesso, perché vuoi che ci sia la nostra collaborazione, il nostro impegno, il nostro sacrificio. Vuoi che ci rendiamo conto che facciamo parte di un’unica sola famiglia, da te salvata e offerta al Padre, nel sacrificio della croce. Noi, Signore, ti ringraziamo, e diciamo ogni giorno: Si faccia di me secondo la Tua volontà. Ma Tu, Signore, non ci abbandonare perché siamo deboli, perché siamo fragili. Fai in modo che, anche fuori da questi momenti difficili, sappiamo vivere nella pace del cuore, nella serenità dell’anima e nell’amore fraterno, condiviso soprattutto con chi ha bisogno di sentire vicino a sé il Tuo amore, attraverso il nostro, donato con gratuità e letizia di cuore”. Amen.


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