A Rogliano restaurato l’antico organo a canne

“Siamo qui riuniti per la benedizione di quest’organo restaurato che dopo molti anni di silenzio renderà più lieta e solenne la celebrazione della divina liturgia. Anche l’arte musicale al servizio del culto tende allo scopo primario di dar gloria a Dio e di santificare gli uomini”. Le parole dell’arcivescovo di Cosenza-Bisignano, mons. Giovanni Checchinato, sono echeggiate tra le mura del Duomo come un invito a celebrare la grandezza di Dio nella preghiera e a costruire l’esistenza umana su basi solide nella piena adesione al progetto divino e nell’amore verso il prossimo come fulcro dell’esperienza cristiana. “Il suono dell’organo in un contesto celebrativo sostiene il canto unanime dei fedeli, espressione di quel cantico nuovo che sarà veramente tale se all’accordo degli strumenti e delle voci si unirà la santità della vita. Canteremo bene – ha spiegato l’arcivescovo – se vivremo bene nella chiave della divina volontà e nell’armonia della carità fraterna”. Mons. Checchinato ha presieduto il rito di benedizione dell’antico organo della chiesa di San Pietro dopo l’operazione di restauro durata alcuni anni e resa possibile grazie ai fondi dell’otto per mille destinati al recupero di beni ecclesiastici d’interesse storico e culturale. Lo strumento a canne è situato nella cantoria, sopra l’ingresso principale dell’edificio religioso. Elegante nella forma, discreto nella collocazione logistica, è tornato ad emettere suoni dopo quasi cento anni. Protagonista, alla tastiera, l’organista e compositore don Pasquale Panaro.

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