Vi ho chiamati amici – Appunti Autobiografici

Il racconto autobiografico della vita del compianto Mons. Francesco Nolè

 «Vi ho chiamato amici,

perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. 

Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi

e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga».

(Gv 15, 15-16)

Presentazione

Cari confratelli vescovi, sacerdoti, diaconi, consacrati, popolo santo di Dio, autorità ed istituzioni, familiari ed amici di Padre Francesco: il Signore vi dia pace!

In questi giorni eravamo quasi rassegnati all’idea di non aver trovato alcuno scritto con cui il nostro amato Vescovo ci avesse lasciato direttamente una consegna spirituale; invece, con mio grande piacere, voglio consegnarvi un documento ritrovato da pochissimo tempo sul suo computer personale, che sembra sia stato scritto alla fine del 2020, durante la pandemia. In questo testo Mons. Nolè ha voluto affidare alla penna alcune sue meditazioni sul mistero della vita cristiana, rileggendo la propria storia personale con lo sguardo francescano di un pastore che Cristo ha amato, scelto e chiamato per un servizio fruttuoso nella sua Chiesa. Il nostro compianto Vescovo ha voluto ripercorrere la sua vita, dagli affetti familiari alle difficoltà di intraprendere il percorso vocazionale, dall’amore per la natura alla pratica dei consigli evangelici nella vita religiosa francescana, dall’esercizio del ministero sacerdotale fino al servizio episcopale, offrendone, già dal titolo, una chiara e suggestiva immagine per aiutarci a ricordarlo vivamente: l’amicizia con e in Cristo.

E’ bello per noi sapere come egli ci considerasse: “amici”, come Gesù ha chiamato gli apostoli nel cenacolo, pronunciando la grande preghiera testamentaria prima della sua morte. Per Padre Francesco, come si potrà leggere, amicizia è amore, e quindi sincerità, verità, rispetto e libertà nelle relazioni con Dio e con i fratelli.

Questa breve storia della sua vita l’abbiamo ritrovata già sistemata e divisa in paragrafi, ed è stata semplicemente riletta e rivista in alcuni punti. Dal testo si evince l’intenzione del Vescovo di volerla integrare, se il tempo del riposo gliene avesse dato la possibilità, forse inserendo altre riflessioni che avrebbero ulteriormente arricchito la nostra conoscenza di lui.

Ci chiediamo: “Quale può essere l’utilità di ricevere gli appunti spirituali di un Vescovo?”. Come amico fraterno di Mons. Nolè e come “pastore temporaneo” della porzione di Chiesa a Lui affidata, quasi “traghettatore” verso una nuova ripartenza, ve ne suggerisco due. Dapprima l’opportunità di rafforzare un ricordo orante, grato e riconoscente della sua persona, delle sue parole, dei suoi gesti, dei suoi insegnamenti, della sua umanità, per coglierne la ricchezza della sua eredità spirituale. In secondo luogo prolungare nel tempo e custodire l’esempio della sua vita, la testimonianza del suo servizio ministeriale ad immagine di Gesù, buon Pastore. Il vescovo Francesco, seguendo l’esempio di Gesù Cristo, ha amato la Chiesa ed ha dato sé stesso per lei (Ef 5, 25). Non si è risparmiato nel servizio pastorale, nell’amore verso il suo popolo, nella dedizione alla causa del Regno con tutte le sue forze, fino alla morte.

Vi consegno dunque questo scritto, quale prezioso ricordo del padre e fratello che avete conosciuto e frequentato, e quale invito ad amare il Signore e la Chiesa con semplicità e letizia.

Cosenza, 11 ottobre 2022

                                                                        + P. Giuseppe Piemontese, ofm conv.

                                                                          Amministratore Apostolico


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