Chiesa del Signore – Inno per il giubileo diocesano

Il video e gli spartiti dell’Inno Ufficiale per il Giubileo 2022 negli 800 anni Consacrazione della Chiesa Cattedrale di Cosenza


TESTO

1. Quale gioia quando mi hanno detto: “andremo alla casa del Signore!”. Ora sono fermi nostri piedi alle tue porte, Gerusalemme!

Qui, mirabile, ti manifesti, qui Tu ci edifichi e ci fai crescere nella comunione tra noi; qui ci conduci verso la celeste Gerusalemme._

Popolo che Dio raduna, Corpo che Cristo dona,

Tempio dello Spirito, Chiesa del Signore!

2. Dalla tua croce, albero di vita, regni tra gli angeli e i santi.

Nutri la tua Chiesa pellegrina con la parola e il tuo corpo d’amore.

3. Ave Maria, Madre della Chiesa, sostegno aiuto e speranza.

Vergine gloriosa del Pilerio, Tu sei l’onore del nostro popolo.

4. Con i santi della nostra terra, ci chiami amici, non più servi. Pietre che lo Spirito scolpisce per la tua Chiesa in cammino verso il Regno.

5. Un solo Dio, un solo corpo, una sola fede, Una Chiesa,

come una sola è la speranza: che ci hai chiamati dal buio alla tua luce.

6. Olio di gioia e vino di speranza versi sulle piaghe della storia. Buon samaritano d’ogni uomo, nella tua Chiesa dona a noi ristoro.

7. Tu ci hai nascosto il giorno e l’ora in cui saranno nuovi cielo e terra. Mentre attendiamo il tuo ritorno noi annunciamo il mistero della Pasqua.

8. Gloria e lode al Padre Creatore, al Figlio, Capo e Sposo della Chiesa,

e al Santo Spirito d’amore, in ogni tempo, nei secoli, per sempre!


QUI DI SEGUITO SI TROVERANNO, IN ALLEGATO, IL VIDEO UFFICIALE ED UN REGISTRAZIONE, E TRE VERSIONI DELLA PARTITURA: ORGANO E SOPRANO CON ACCORDI, SPARTITO COMPLETO, ORGANO E PARTI CORALI.



PRESENTAZIONE


         L’inno pensato per il Giubileo diocesano nell’Ottavo Centenario della Dedicazione della Cattedrale di Cosenza ripercorre musicalmente le tappe antropologiche del cammino della salvezza: creazione, peccato e Grazia; la tonalità di impianto delle strofe e delle ritornello assembleare è interrotta da una progressione che rappresenta la scoperta umana della presenza di Dio nel cammino della storia, segnata da fedeltà e peccato, desideri e fragilità. Attraverso il “qui ed ora” della Chiesa, come recitano alcuni testi liturgici ed in particolare il prefazio tratto dal comune della dedicazione, «Egli raduna e fa  crescere come corpo del Signore la Chiesa diffusa nel mondo finché raggiunga la sua pienezza nella visione di pace che splende nella città celeste, la santa Gerusalemme».

         La parte più acuta della progressione proclama la comunione che si realizza tra i credenti i quali, attraverso il mistero della Chiesa, fanno l’esperienza più intensa di Dio, impegnati, ora più che mai, in un cammino sinodale. La progressiva tensione escatologica confluisce verso la visione di pace della celeste Gerusalemme, verso la quale la Chiesa terrena è in cammino.

         Essa poi, nel ritornello, riconduce l’armonia alla tonalità iniziale, dando voce all’acclamazione dogmatica in poche ma incisive espressioni tratte dalla Costituzione Conciliare Lumen Gentium, nel 60° dell’apertura del Concilio Vaticano II.

         Viene così affermata solennemente la natura trinitaria della Chiesa: Popolo radunato dal Padre, Corpo donato da Cristo, Tempio dello Spirito Santo.

Il Padre raduna la famiglia Cristiana per farle dono del Corpo del suo Figlio; “Cristo” è allo stesso tempo soggetto e complemento oggetto dell’espressione “corpo”: Cristo dona il suo corpo alla Chiesa nell’Eucaristia; la Chiesa è il mezzo con cui si realizza l’incorporazione a Cristo, quando Essa amministra i sacramenti della salvezza; l’origine della santificazione ecclesiale è poi lo Spirito Santo, dono della Pasqua effuso ai credenti.

         Questo mistero è la Chiesa del “Signore”, il Kyrios crocifisso e risorto!

Nel testo delle strofe il termine “Chiesa”, che compare sempre, in maniera diretta o metaforica, è sviluppato secondo un aspetto particolare della storia della salvezza.

1. Il salmo 121, uno dei testi ascensionali che accompagnavano il pellegrinaggio degli ebrei a Gerusalemme, invita anche tutta la comunità diocesana ad attraversare la Porta santa della Cattedrale per vivere l’incontro con il Dio vivo e vero e lucrare il dono dell’indulgenza concessa dal Santo Padre.

2. La Croce, mistero di morte e di gloria, l’albero della vita, la Vergine Maria, gli angeli, gli evangelisti e l’altare sono gli elementi che compongono la Stauroteca, prezioso reliquiario di un frammento della Vera Croce donata ottocento anni fa dall’imperatore Federico II, stupor mundi. La seconda strofa li raccoglie, ringraziando il Signore per il dono della parola e dell’eucarestia che scaturiscono dalla forza della Croce: regnavit a ligno Deus, proclama un antico inno liturgico della Settimana Santa.

3. La terza strofa sintetizza teneramente l’amore dei fedeli per la loro Patrona, a cui così si rivolgono attraverso una tradizionale preghiera: “Vergine del Pilerio, Madre della Chiesa, Tu sei per noi sostegno, aiuto e speranza”. Attribuendole una famosa espressione del libro di Giuditta contenuta nel Tota Pulchra, la Santa Vergine è “l’onore del nostro popolo”, immagine della Chiesa Sposa di Cristo.

4. L’Arcivescovo, Mons. Nolè, è solito invocare i santi di cui la diocesi è ricca come potenti intercessori per la preghiera di tutti i fedeli; tra questi ci sono Sacerdoti, consacrati, fondatori, laici; essi, ricorda l’inno del comune della dedicazione della Chiesa, sono pietre vive e preziose, che lo Spirito Santo scolpisce per edificare la città di Dio.

5. L’Attributo dell’unità della Chiesa, che trova fondamento dal mistero della Trinità, è esplicitato attraverso il testo paolino di 1Cor 12, 4 -6:  «Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito;  vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore;  vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti». a tenere unita infatti la comunità ecclesiale è, come ricorda il prefazio delle domeniche del Tempo Ordinario I, la speranza «che Egli ci ha chiamati dalle tenebre allo splendore della sua luce».

6. La straordinaria pagina lucana della parabola del Buon Samaritano invoca la presenza forte e misteriosa di Cristo, medico dei corpi e delle anime, che, soprattutto attraverso il ministero ecclesiale continua a prendersi cura delle ferite dell’umanità, anche quelle della storia attuale, versandovi «l’olio della consolazione e il vino della speranza» (prefazio comune VIII). La Chiesa, ricorda S. Agostino,  è rappresentata dalla locanda, che riceve dal mistico soccorritore il tesoro prezioso della sua grazia, perché sia fatto fruttificare.

7. «Tu ci hai nascosto il giorno e l’ora, in cui il Cristo tuo Figlio, Signore e giudice della storia, apparirà sulle nubi del cielo […]. In quel giorno sorgeranno cieli nuovi e terra nuova». Il prefazio di Avvento I/A descrive la tensione escatologica del cammino ecclesiale verso il suo termine ultimo, annunciando, nel frattempo, la morte e la risurrezione di Cristo finché Egli venga (1Cor 11, 26). Pasqua, annuncio ed attesa sono così i capisaldi dell’identità del cristiano, pellegrino del tempo e della storia.

8. Come ogni inno, la dossologia trinitaria conclusiva suggella l’azione di lode e di gloria al Padre che ha creato il mondo, al Figlio unito in mistiche nozze all’umanità come Capo e Pastore ed allo Spirito Santo, dono d’amore del Padre e del Figlio. Questa solenne proclamazione realizza quanto espresso nel prefazio del comune della dedicazione della Chiesa: «Qui, lieta, risuoni la liturgia di lode e la voce degli uomini si unisca ai cori degli angeli; qui salga a te la preghiera incessante per la salvezza del mondo».

La composizione del canto è stata curata da Don Pasquale Panaro.


Registrazione dal vivo della Celebrazione in Diretta su Rai 1, Domenica 6 Febbraio 2022