In diretta la Celebrazione Eucaristica del Giorno di Pasqua

Su questa pagina è possibile seguire in diretta la S. Messa del Giorno di Pasqua presieduta dal’Arcivescovo, Mons. Francesco Nolè dalla Chiesa Cattedrale di Cosenza, al termine della quale il Pastore si recherà nella Cappella della Madonna del Pilerio per recitare la preghiera di intercessione al tempo del Covid – 19


SANTA MESSA DEL GIORNO DI PASQUA

12 Aprile 2020 – Ore 11.00

OMELIA DI. MONS. FRANCESCO NOLÈ PER LA CELEBRAZIONE EUCARISTICA  DEL GIORNO DI PASQUA

Cattedrale di Cosenza, 12 aprile 2020


Carissimi fedeli, anche se siamo pochi in chiesa, la Pasqua è sempre la stessa. Grazie anche alla passione e all’impegno di don Luca e di don Pasquale, stiamo solennemente celebrando questa occasione che non avremmo mai pensato sarebbe avvenuta all’interno di chiese vuote. Sì, le case sono piene di persone, ma anche di paura, di preoccupazione e, dopo un mese, anche di stanchezza.

Noi preghiamo il Signore perché questo periodo difficile passi presto, però, come dicevo questa notte, la preghiera che il Signore accetta, la richiesta che Lui esaudisce è  quella che Gesù nel Vangelo rivolge al Padre: “Signore, sia fatta la Tua volontà”. Bisogna, come Gesù, ricercare la volontà di Dio, che è la nostra pace. Ognuno di noi perciò può fare verità nella sua vita, per cercare e compiere la sua volontà.

Perché stiamo vivendo tutto questo? Eppure Lui è Risorto! Certo, è risorto, ma vuole la nostra collaborazione. Forse noi stessi ci eravamo stancati di una vita frenetica, fatta solo di cose da fare e da progettare, senza pensare a noi stessi ed alla vita spirituale. Forse avevamo bisogno di riscoprire gli affetti più cari che abbiamo in famiglia. Forse avevamo bisogno di considerarci più umili, perché pensavamo di essere forti e potenti, da bastare da soli a noi stessi. E invece, abbiamo bisogno dell’impegno di ciascuno, abbiamo bisogno di lavorare uniti, senza egoismi e senza separatismi.

         Venerdì scorso abbiamo letto il Vangelo della Passione del Signore e, a un certo punto del racconto, quando Gesù muore, dice l’evangelista, «si squarciò il velo del Tempio da cima a fondo». A cosa serviva il velo del Tempio? A coprire, a  nascondere Dio, presente in un luogo dove nessuno poteva entrare, eccetto il Sommo Sacerdote una volta all’anno. Era il luogo sacro per eccellenza, non accessibile a nessuno. Ma Gesù, con la Sua morte, lo squarcia, lo apre e la casa di Dio diventa la casa di tutti.

Il Sancta Sanctorum diventa il luogo dei redenti. Gesù squarcia il velo e ci dà la possibilità di entrare nella Sua vita, attraverso la partecipazione all’Eucarestia, l’ascolto della Parola, e la vicinanza ai poveri.

L’altro aspetto che vorrei evidenziare, meditando il Vangelo della risurrezione, è che Gesù oggi ci viene presentato come “l’Unigenito del Padre”. Unigenito, cioè Figlio unico. Ma, alla fine di questo brano, Gesù appare alle donne e dice: «Non temete! Andate ad annunciare ai miei fratelli di tornare in Galilea».  I discepoli li chiama fratelli; questa è la trasformazione della Resurrezione! Da Unigenito, Gesù diventa Primogenito, il primo di una moltitudine di fratelli, di figli di Dio. Allora insieme possiamo dire con Lui: “Padre Nostro”.

Dopo che il velo si è squarciato, e cioè dopo che Dio è diventato visibile in Cristo, tutti possiamo far parte della famiglia divina, tutti dobbiamo sentirci famiglia; non c’è più il velo che ci nasconde. Quel velo della falsità, dell’inganno, che viene squarciato, deve diventare trasparenza fra di noi, così da renderci capaci di creare un dialogo sincero fra marito e moglie, fra genitori e figli, senza più apparenze, senza più maschere. Abbiamo il dovere di dire la verità e di vivere nella verità. Questo è il vero significato della Resurrezione di Cristo, che ha squarciato il velo del peccato che ci nascondeva il Suo volto. Noi possiamo perciò vivere da persone con lo sguardo limpido perché hanno un cuore limpido, così da «cercare le cose di lassù». E tutto questo a chi viene rivelato? Alle donne. Che grande ruolo avete voi donne, nella società, nella Chiesa, nella famiglia!  Le cose più grandi e più belle il Signore le ha rivelate a voi!

Nell’ultimo momento, quello in cui si conclude la vita terrena di Gesù, sono ancora le donne che ricevono il primo annuncio della Risurrezione, sono le uniche che la mattina presto vanno al sepolcro. Non sappiamo se fossero certe di trovare o meno il Signore, ma certamente sono state spinte da quella pietà, da quell’amore per il Cristo così come l’avevano servito nel corso della sua vita, ed avevano ancora bisogno di vedere, di toccare, di rendersi conto. E sono le prime a vedere il Cristo risorto. Prima da parte dell’Angelo: «Voi non abbiate paura. Gesù il Crocefisso non è qui, è Risorto! Andate in Galilea, lì lo vedrete». Gesù, come sempre, ci precede. E dice l’evangelista: «mentre andavano ad annunciare ai fratelli che Gesù era risorto, Egli stesso venne loro incontro e disse: “Salute a voi!” Essi si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. E Gesù disse: Non temete! Andate ad annunciare ai miei fratelli io non sono più figlio unico, sono Dio unico, ma sono primogenito di una moltitudine».

Noi vogliamo vivere così la Pasqua, come fratelli in Cristo, accogliendo la Sua vicinanza, la Sua luce, la Sua Pace, come viatico per tutta la nostra vita. L’augurio per questa Santa Pasqua lo prendiamo dalla seconda lettura, tratta da San Paolo ai colossesi, che ci esorta: «Fratelli, se siete risorti con Cristo cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio […]. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, si sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria».

Se con Lui camminiamo, portando la nostra croce, con Lui anche gioiremo di quella gioia che viene dal Risorto, e che ci riporta la pace perduta e la speranza di vivere da figli di Dio per sempre!  Amen.



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